Le intenzioni dei crocieristi italiani

Risposte Turismo pubblica un nuovo aggiornamento su uno dei core business aziendali: la produzione ed il turismo crocieristici. L’indagine ha voluto indagare sulla percezione e le intenzioni future dei crocieristi italiani riguardo l’attuale situazione di emergenza sanitaria, analizzando le risposte di 920 crocieristi.

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Del campione intervistato, l’84% ha affermato di aver prenotato o che aveva in programma di prenotare una crociera da realizzare entro il 2020. Circa due terzi di essi hanno dichiarato che l’intenzione non è stata intaccata dalla situazione di emergenza dovuta al Covid-19 e che quindi, se l’offerta riprenderà, saranno pronti a salire a bordo. Interessante rilevare come, tra coloro che hanno affermato di aver al momento cambiato opinione rispetto alla crociera, solo il 2,5% abbia dichiarato che non cambierà più parere, rinunciando alla vacanza in crociera in maniera definitiva.

Un’indagine che, complessivamente, evidenzia come i crocieristi appaiano piuttosto ottimisti, e come l’eccezionale situazione dovuta al covid-19 non abbia scalfito la loro fiducia e non li abbia spinti a modificare i propri progetti e intenzioni di viaggio e vacanza.

«L’indicazione principale che emerge dall’indagine – afferma Francesco di Cesare, Presidente di Risposte Turismo – è la tenuta dell’appeal del prodotto crociera in questa fase di emergenza sanitaria per la clientela che conosce bene il prodotto e che ha sviluppato nel tempo una certa dimestichezza con questa forma di esperienza turistica.

«Un orientamento significativo – prosegue di Cesare – se si considera che il settore è storicamente caratterizzato da un’alta quota di turisti affezionati a questa tipologia di vacanza, su scala globale stimabile in circa il 55% della clientela totale.

«Se, dunque, da un lato per le compagnie potrebbe non essere semplice conquistare nel breve periodo nuova domanda – conclude di Cesare – dall’altro possono essere rinfrancate dall’evidenza che la maggior parte della clientela fidelizzata, che conosce e apprezza il prodotto, è intenzionata a non cambiare orientamento e preferenza. È dunque dai repeater, tra gli italiani così come all’estero, che nostro avviso il comparto potrà ripartire».

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